La profezia del Don

Un testamento spirituale che spazia dal Vangelo alle politiche sociali, alla giustizia uguale per tutti, in cui il Don confida anche le sue ultime impressioni riguardo il nuovo pontefice: «Papa Bergoglio ha riempito il vuoto lasciato da Giovanni XXIII, la Chiesa ora non è più sede vacante». Proprio per questo l’ambizione del libro è che Francesco, come è successo con don Lorenzo Milani e don Primo Mazzolari, possa presto riconoscere pubblicamente l’impegno di Andrea Gallo per gli ultimi. Quel riconoscimento che la gerarchia ecclesiastica non ha mai voluto rendergli nonostante abbia trascorso la vita mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù, partendo dalla virtù che dovrebbe essere alla base di un uomo di chiesa: la povertà. In questo documento, che raccoglie le ultime parole del prete di strada che ci ha lasciati nel maggio 2013, don Gallo affronta, tra le altre cose, anche il tema della morte, che «non va intesa come la fine dell’uomo, ma come l’uomo che diventa invisibile e con occhi pieni di gioia guarda i nostri pieni di lacrime».

Prezzo:

12.00 11.40

Anno di Uscita: 2017

Don Andrea Gallo

Don Andrea Gallo

La mia cattedrale è la strada, i miei insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Sono da cinquant'anni un prete da marciapiede, da quarantanni il fondatore della "Comunità di San Benedetto al Porto di Genova", che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita. Io, ottantaduenne che viaggio in direzione ostinata e contraria e che resto orgogliosamente un prete semplice, sgrano il rosario laico di Fabrizio De André, raccolgo le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerco l'efficacia storica del messaggio evangelico e impasto mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarmi affinché questa terra diventi cielo. Un prete "prete", anarchico, discusso, amatissimo.
Loris Mazzetti

Loris Mazzetti

Sono capostruttura a Rai3. Ho lavorato nei tg e realizzato molti programmi di successo, la produzione che più mi è rimasta nel cuore è "Il Fatto". Con Enzo Biagi, per tanti anni mio direttore, ho girato il mondo e insieme abbiamo raccontato come l’Italia è passata dalla democrazia al regime, e per questo abbiamo pagato con l’editto bulgaro. Sono una voce fuori dal coro che, nonostante i tanti provvedimenti disciplinari ricevuti da chi si è messo al servizio del piduista tessera 1816 in cambio di una facile carriera, continuerà, attraverso ilfattoquotidiano.it, a raccontare quello che non si dovrebbe dire per informare il cittadino e aiutarlo a liberarsi dal regime berlusconiano. In Rai gli editti accadono tutti i giorni, la tv pubblica è lo specchio del Paese.