Le Banane della Repubblica

Bisogna prenderli sul serio, senza mai prenderli troppo sul serio. Stanno in cima al palcoscenico politico e a quello dello spettacolo che da gran tempo coincidono. Sono i padroni della scena pubblica, e sono fatti apposta per interferire in quella nostra privata. Da Berlusconi a Grillo. Da Mario Draghi a Celentano. Da Chiara Ferragni a John Elkann. Passando per Gianni Letta, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Luigi Di Maio, Virginia Raggi. Fino a Emma Bonino, Clemente Mastella, Vittorio Sgarbi e persino Flavio Briatore. 

Quarantanove ritratti. Quarantanove istantanee sull’Italia di oggi. E un Giulio Andreotti in forma di post scriptum che li precede tutti.


«Ho pensato di chiamare i titolari di queste storie le Banane della Repubblica per due ragioni. La prima è che sono frutti smaglianti, un tempo esotici, oggi comuni, sia detto a fin di bene, anche se stanno al centro della tavola sociale. Ognuno di loro ha un sapore, qualche volta suadente, qualche volta disturbante, dipende dai gusti. Ci assomigliano nel bene e anche nel male, la loro storia è sempre una parte della nostra, anche quando non ci piace.  

La seconda ragione è (naturalmente) l’assonanza con quelle Repubbliche delle Banane, situate per lo più in Centro America, a metà dell’altro secolo, a dirne il disordine economico, politico e sociale e anche psichiatrico».

Prezzo:

16.50

Pagine: 294

Anno di Uscita: 2021

Da Ferragni a Renzi, il potere in mano alle “Banane della Repubblica”

Da L'Unione Sarda 24/06/2021 Di Angelica D'Errico
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I protagonisti della Repubblica ritratti da Corrias

Da Il Messaggero 26/06/2021 Di Pasquale Chessa
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Le Banane della Repubblica: felpe, algoritmi e voli di Stato

Da Il Fatto Quotidiano 30/06/2021 Di Redazione

Così abbiamo preferito le banane agli statisti

Da La Notizia 10/07/2021 Di Redazione
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Pino Corrias

Pino Corrias

Ha lavorato per i maggiori quotidiani italiani, occupandosi di politica, cronaca nera, spettacolo, costume. Ha scritto per il teatro e la tv. Ha raccontato Luciano Bianciardi quando nessuno più se lo ricordava ("Vita agra di un anarchico", 1993). Ha scritto dell’Italia di Berlusconi e Prodi, di Mani Pulite, di mafia e del Capitano Ultimo. Ha raccontato Roma nel romanzo "Dormiremo da vecchi" e l’Italia nella raccolta di luoghi e di storie "Nostra Incantevole Italia". Per la Rai ha prodotto "La meglio gioventù". Scrive per il Fatto Quotidiano. Vive tra Roma, Narni, Milano. E viaggia quando può.